Voci dalle terre alte, per nastro magnetico.
"A Forest Tale", "I Richiami della Grande Cascata" e "Sognando le Terre Alte" sono parte di un ciclo di quattro pezzi chiamato "Voci dalle Terre Alte" dedicato (per quanto riguarda la mia sfera personale) ai ricordi dei molti momenti della mia infanzia passati in alta montagna sulle Alpi.

Primo brano: A Forest Tale, per nastro magnetico e pianoforte ad libitum. (Composto a Milano, maggio 1995, revisionato nel 1996).

Dati di registrazione: parte elettroacustica: Studio di Computer Music del Conservatorio "G. Verdi" di Milano, 1995. / Esecuzione con pianoforte: registrazione dal vivo, 6 febbraio 1996, Milano, Italia. Pianista Giovanni Grosskopf.

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RECENSIONI
"A Forest Tale è nato dall'influenza esercitata su Grosskopf dalle fiabe nordiche, dai dipinti di Theodor Kittelsen ed Erik Werenskjøld, due grandi illustratori di fiabe, da quei mondi fatti di sogno e di magia, di bambini persi nel fitto della foresta al calar della sera, quando escono le creature notturne, spiriti e trolls. Il brano evoca anche lo stupore di fronte alla realtà, che sempre eccede i nostri calcoli, sempre supera le nostre misure. Quello di Grosskopf è uno stupore che diviene domanda, attesa, veglia, desiderio di conoscere sempre più profondo, desiderio inesausto di avventura, viaggio della conoscenza. La Natura non è mai ridotta, osservata solo da una angolazione: spesso è una natura leopardiana, crudele, percorsa da timore e dolore. Ma alla fine prevale comunque la contemplazione della Bellezza intravista. "Ieri non esistevo, oggi sono", dice la musica di Grosskopf. "La realtà non la faccio io, ma ne sono innamorato", sembra continuare."

- Enrico Raggi, musicologo, Radio Vaticana, 6 Gennaio 1999.

PRESENTAZIONE DELL'AUTORE
Questo brano esiste in due versioni, la prima solo con la parte elettroacustica su nastro, l'altra con l'aggiunta di una parte per pianoforte eseguita dal vivo. Entrambe sono accettate dall'Autore e di entrambe esiste la registrazione. Nella concezione estetica di "A Forest Tale" sono stato fortemente influenzato dal mondo delle antiche fiabe nordiche, che cominciai a conoscere ormai molto tempo fa, e dagli straordinari dipinti dei grandi pittori norvegesi Theodor Kittelsen (1857-1914) ed Erik Werenskjøld (nato nel 1855), che rappresentarono quel mondo conferendogli una particolarissima dimensione di sogno e di magia, ad un tempo infantile e profonda. La situazione spesso suggerita da molte fiabe norvegesi è quella di un bambino che, essendosi perduto nel fitto della foresta al calar della sera, è costretto a passarvi la notte, ma non riesce a riposare, perché continuamente richiamato e ammaliato dalle creature notturne del bosco, dai cento spiriti, trolls ed esseri soprannaturali che appaiono improvvisamente accanto a lui aleggiando nell'aria o marciando in corteo tra gli alberi, per poi sparire di nuovo misteriosamente nel buio. Quando, al mattino, il ragazzo farà ritorno al villaggio, il suo animo non sarà più lo stesso, e avrà qualcosa da raccontare: un "Racconto dalla Foresta"!
In questo "racconto" ha una parte importante la voce, che risulta a volte volutamente distorta, perché, nel contesto poetico descritto, "non proviene da creature umane". Voce femminile (campionata o sintetizzata), voci maschili di coro, sullo sfondo di possenti accordi maestosi, avvolgenti, come i cortei dei trolls o gli spettri degli spiriti che si fanno sempre più vicini e minacciosi…Ghironde e carillon si fanno udire, e, verso la fine, delicate fasce di suoni incantati accompagnano un duetto tra una voce in primo piano ed una voce sullo sfondo, in un clima tenero, sognante, come i duetti dei merli alla sera...*
Il brano, originariamente composto solo per nastro magnetico, ha poi avuto l’aggiunta (la cui esecuzione non è obbligatoria) di una parte per pianoforte, che tuttavia si limita a colorare, ad accompagnare, a commentare, restando sullo sfondo, quasi sommerso dai grandi eventi che accadono intorno a lui.
Nella composizione si è posta particolare attenzione alla consequenzialità del discorso musicale e alla chiarezza della sua evoluzione. Le diverse sezioni del brano sono ordinate per iniziali accumuli di tensione seguiti da progressive distensioni, dove "tensione" e "distensione" sono definite dal timbro, dalla sonorità complessiva del passo. Le fasce sonore sono state spesso tenute sullo sfondo, mentre le parti in rilievo costituiscono una guida per l'orecchio dell'ascoltatore.**

* Il brano termina con un duetto tra voce campionata, in primo piano, e voce artificiale sintetizzata, sullo sfondo. A questo proposito bisogna notare che nel brano si è operato in modo che i suoni sintetici e quelli campionati convergessero timbricamente, senza più essere chiaramente distinguibili tra loro.

** Il noto procedimento di "continuum" (cioè la continua ripetizione e sovrapposizione di figurazioni musicali simili che formano così una fascia sonora in lenta evoluzione), molto usato nella musica contemporanea, è stato spesso tenuto in secondo piano ed usato con l'aggiunta di parti solistiche in rilievo che costituiscono una guida per l'orecchio dell'ascoltatore, mentre il vero e proprio "continuum" rimane appunto sullo sfondo.
Le diverse sezioni formali del brano sono ordinate per iniziali accumuli di tensione seguiti da progressive distensioni, dove "tensione" e "distensione" sono definite dal timbro, dalla sonorità complessiva del passo. Ciò ha richiesto un notevole lavoro preparatorio per ordinare tutti i suoni disponibili e le loro combinazioni secondo, diciamo così, il loro "grado di tensione"scegliendo quindi il punto del brano in cui potevano essere usati con più efficacia.
La forma del brano è derivata dalla sua struttura armonico-timbrica nel seguente modo:considerato un certo numero di accordi complessi, di diversa composizione intervallare, è stata osservata la modificazione del timbro di ognuno di essi quando veniva emesso con ciascuno dei circa 45 suoni campionati o di sintesi disponibili. Il risultato timbrico di tale operazione dipendeva sia dalla composizione intervallare dell'accordo, considerato solo nel suo intrinseco valore timbrico, sia dalla composizione dello spettro armonico del suono usato (sintetico o campionato). L'applicazione degli accordi, a volte, ha apparentato tra loro suoni che ad una osservazione superficiale sembravano lontani tra loro, ed ha diversificato suoni che potevano sembrare simili, ma che, a causa di qualche diverso componente dello spettro armonico, reagivano diversamente allo stesso accordo. "Incrociando" e combinando tra loro i timbri dei diversi accordi con i timbri dei diversi suoni si è ottenuta una scala di affinità timbriche che è servita da base per individuare le diverse sezioni formali del brano, ordinate per iniziali accumuli di tensione seguiti da progressive distensioni, dove "tensione" e "distensione" sono definite dalla timbrica globale del passo.


Strumenti impiegati:
-7 sintetizzatori in modulazione di frequenza (moduli YAMAHA TX)
-2 campionatori (YAMAHA TX16W e AKAI S900)
-Programma di sequencer "Perfomer" su Macintosh.